Esiste il galateo della buona comunicazione digitale?

Esiste il galateo della buona comunicazione digitale?

È fuor di dubbio che Internet e le tecnologie mobile che oggi sfruttano la rete, siano degli strumenti di comunicazione digitale utili e potentissimi. Di fatto si capì abbastanza presto che Arpanet, la rete di computer studiata e realizzata nel 1969 dal DARPA, l’agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, avrebbe avuto applicazioni civili molto più interessanti di quelle per cui era stata pensata ai tempi della guerra fredda.

La comunicazione prima di Internet

Più o meno 28 anni fa, come ogni estate, ero al mare e la compagnia di amici era formata da ragazzini per lo più lombardi, veneti e piemontesi. D’estate ne facevamo di cotte e di crude, sempre assieme, dalla mattina fino a notte. D’inverno era più difficile comunicare, ci si mandava qualche lettera scritta a mano (o per i più nerd scritta con WordStar o WordPerfect e poi “riversata” su carta con una stampante ad aghi su carta a modulo continuo) oppure ci si telefonava, ma si stava poco al telefono perché le interurbane costavano e perché la privacy del telefono posizionato in soggiorno non era delle migliori.

Diciamo che il valore del comunicare era chiaro, un pò come quando le macchinette fotografiche digitali non c’erano e si usava la pellicola. Al tempo uno scatto voleva dire irrimediabilmente una foto in meno da poter scattare e quindi si faceva molta attenzione a premere il dito sul pulsante di scatto.

Gli innegabili vantaggi del digitale

La comunicazione digitale ha permesso di rompere le barriere geografiche, ci ha avvicinato ad amici, colleghi, clienti, amori lontani come mai prima era stato possibile. Non solo ci possiamo sentire ma ci possiamo anche vedere e lo possiamo fare in un contesto omnicanale. Possiamo cioè iniziare una chat su Whatsapp per poi passare a Messanger, fare due chiacchiere su Skype e riprendere il discorso via e-mail.

Tutto fantastico insomma, non ci resta che attendere ancora qualche anno e potremo comunicare (forse) telepaticamente con chiunque e ovunque, grazie a un piccolo chip impiantato chissà dove nel nostro cervello.

Comunicazione digitale e buone maniere

Eh invece..?! Invece c’è l’altro lato della medaglia, quello che ha fatto sì che nel comunicare, oggi, ci si scordi spesso che dall’altra parte c’è una persona, un individuo in carne e ossa con sentimenti, emozioni, tempi e modi tutti suoi. Non c’è una fredda macchina, un computer a cui poco importa se lo salutiamo prima di rivolgerci a lui, se gli chiediamo scusa se lo abbiamo disturbato o gli diciamo grazie per il tempo che ci ha dedicato.
Siamo abituati a scrivere e-mail o chat con poca cura e tanti errori, senza salutare, chiedere come va o ringraziare prima di congedarsi.

Ecco, mi piacerebbe che i guru della comunicazione ci insegnassero un pò meno tecniche di persuasione. Meno strategie di marketing aggressivo e ci spiegassero di più come essere comunicatori educati e sensibili, rispettosi dell’unicità del nostro interlocutore. Aperti e accoglienti, invece che aggressivi e frettolosi. Perché quelli della mia generazione forse hanno ancora qualche ricordo sbiadito della cura e della riverenza che si aveva nello scrivere una lettera o nel fare una telefonata a casa della fidanzatina e chiedere al padre di poter parlare con lei per un rapido saluto. Al contrario i ragazzini di oggi, se non hanno un modello da seguire o qualcuno che glielo insegni, rischiano di non imparare mai il “galateo della buona comunicazione.

Vuoi vedere che invece di tanti corsi di comunicazione digitale efficace abbiamo bisogno di un corso di educazione alla comunicazione digitale?