Le tecnologie ci rubano il tempo

Le tecnologie ci rubano il tempo?

Internet è nato con l’intento di migliorare la vita delle persone, mettendole in comunicazione facilmente, abbattendo distanze e tempo, e offrendo risposta a tutte le loro domande o esigenze. Grazie ad internet ormai si può fare tutto, a qualsiasi ora del giorno e della notte, anche standosene comodamente seduti a casa propria.

L’avvento e la diffusione dei dispositivi digitali ha reso ancora più semplice e immediato l’utilizzo del web. I dati riportati da We are social nel 2019 parlano di circa 5 miliardi di dispositivi digitali mobili in circolazione nel mondo, e quasi 4 miliardi e mezzo di utenti della rete. Ben più della metà della popolazione mondiale è connessa.

Calcolare quanto tempo passiamo quotidianamente su internet è diventato ormai quasi impossibile, perché di fatto non vi è più una così netta distinzione fra quando siamo online e quando siamo offline. Connettersi alla rete è ormai un’abitudine che compiamo meccanicamente, spesso senza reale motivo o senza rendercene conto. Prendiamo in mano lo smartphone, sblocchiamo lo schermo, apriamo una qualsiasi app ed è fatta!

FOMO: la paura di essere “tagliati fuori”

Una ricerca condotta da Dscout nel 2016 ha dimostrato che in media tocchiamo il nostro cellulare poco più di 2000 volte al giorno. L’azione di controllare se sono arrivate notifiche o cosa hanno pubblicato i nostri amici sui social, è un fenomeno ormai riconosciuto e chiamato FOMO (Fear Of Missing Out). La sensazione è quella di un bisogno a volte irrefrenabile di controllare i vari social network per paura di perdersi qualcosa di interessante, e di conseguenza di restare tagliati fuori.

La FOMO è un comportamento che viene fatto rientrare fra le forme di patologie digitali, ossia nuove patologie collegate all’uso delle tecnologie. Va detto che vi sono ancora posizioni contrastanti all’interno del mondo scientifico, diviso fra chi parla di dipendenza da internet e da gioco online, mettendo in guardia rispetto alle conseguenze negative dell’uso delle tecnologie, e chi invece ha posizioni meno allarmistiche ed estreme.

La necessità di un uso equilibrato

C’è comunque una dato di fatto: la diffusione delle tecnologie ha portato a cambiamenti nella nostra vita, nelle nostre relazioni interpersonali e nella nostra gestione del tempo.

Stiamo trasformando strumenti nati con l’obiettivo di facilitare la nostra vita e farci risparmiare tempo, in distrazioni e fonti di ansia. Troppo spesso ci dimentichiamo che siamo noi a comandare loro e non viceversa, consentendogli di minare il nostro equilibrio vita privata-vita professionale. Viviamo con l’ansia per i messaggi non letti, per quelli a cui non si riceve risposta, per le e-mail di lavoro.

Chi più chi meno, concediamo agli altri di intromettersi nelle nostre vite in ogni momento, di fatto annullando quella suddivisione temporale che dovrebbe scandire la giornata di ogni persona. Mandiamo e riceviamo e-mail 7 giorni su 7, 24 ore su 24, messaggi su Whatsapp e notifiche dai social, che noi stessi configuriamo, senza renderci conto che costituiscono delle continue distrazioni e interferenze nella nostra vita, nelle nostre attività, nei rapporti interpersonali. Qualsiasi rumore emesso dai nostri dispositivi mobili ha il potere di rubare la nostra attenzione, bloccandoci da ciò che stiamo facendo, quasi fosse un allarme al quale si debba rispondere immediatamente.

Sì, lo so: la scena descritta non ci riguarda fortunatamente tutti, è volutamente esasperata, ma poi nemmeno così tanto se ci guardiamo attorno. Un buon proposito per l’anno appena cominciato potrebbe essere quello di imparare a riappropriarsi del proprio tempo, di capire come ottenere il meglio dalle tecnologie senza diventarne vittime, di spezzare questa sorta di “cordone digitale” che in un modo o nell’altro influenza e guida le nostre vite.

Si può, partendo da una corretta conoscenza di questi mezzi che ci permetta di ottimizzare i nostri tempi e di ottenere dalle tecnologie il meglio, senza stressarci! Anche questo rientra in ciò che viene definito “educazione digitale”.

E tu, sei pronto per iniziare a usare le tecnologie in modo più sano?